Un messaggio vocale perfetto: ecco le regole

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Un messaggio vocale perfetto: ecco le regole

Un messaggio vocale perfetto: ecco le regole

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Alzi la mano chi non ha mai utilizzato la messaggistica vocale di Whatsapp! Sembrano passati secoli dalla cara, vecchia, segreteria telefonica; poi sono arrivati sms e mms e i ragazzi hanno iniziato ad utilizzare soltanto quelli. Finché proprio Whatsapp, nel 2013, non ha introdotto i “messaggi vocali”.

Ora è tutto più semplice: basta cliccare sul nome del destinatario, poi sull’icona del microfono, registrare il nostro vocale ed inviare. Talmente facile che a volte... esageriamo un po'! Di certo è molto più comodo che scrivere un messaggio di testo. Magari siamo in piedi su un bus pieno zeppo, abbiamo dimenticato gli occhiali, stiamo camminando e non possiamo fermarci perché siamo in ritardo. Ecco, diciamo che il tempo è l’elemento essenziale che ci spinge al fatidico “messaggio vocale”.

Altri vantaggi? A molti di noi è capitato di essere fraintesi con un messaggino scritto e ricevere risposte del tipo “ma quanto sei acido oggi”, “stai scherzando, vero?” o “ma sei arrabbiata?”. Ecco, con il vocale questo non accade (o non dovrebbe accadere, come vedremo più avanti) perché, come ben sappiamo, il tono della nostra voce rivela chiaramente il nostro stato d’animo e l’approccio alla conversazione. Tutto positivo, quindi. E allora, qual è il problema? Semplice, quello da cui siamo partiti: a volte si tende ad esagerare.

Riformuliamo dunque l’invito iniziale, modificandolo: “alzi la mano chi non si è mai sentito infastidito da un messaggio vocale!”. Magari arriva mentre siamo in una riunione di lavoro o in qualche altra situazione in cui non possiamo ascoltarlo, e continuiamo a chiederci se non sia un messaggio urgente. E' quindi importante definire delle “regole” a cui attenersi e soprattutto evidenziare gli errori che spesso non ci rendiamo conto di fare quando inviamo il cosiddetto “vocale”.

Un messaggio di questo tipo è decisamente più invadente rispetto ad un sms, molto più informale, ed è meglio evitare di mandarlo al capo o a qualcuno con cui non si ha un bel pò di confidenza. Usiamolo solo se crediamo che in quel caso sia meglio di uno scritto o se in quel determinato momento non siamo in grado di scriverlo.

Altro elemento fondamentale è la “durata”: un vocale Whatsapp non deve essere troppo lungo. Un paio di minuti sono più che sufficienti per non far sentire il destinatario costretto a dedicarci troppo tempo, rischiando peraltro che lo chiuda prima del termine. Anche per questo, quando inviamo un vocale, andiamo dritti al sodo: non tergiversiamo troppo sull’argomento, non divaghiamo, non prendiamola alla larga, non costruiamo lunghe premesse, ma poniamo subito la nostra domanda o diciamo immediatamente ciò che abbiamo da dire, con parole chiare, semplici. Se pensiamo di avere una bella voce, è perché probabilmente l’abbiamo, ma non serve allungare il messaggio e lanciarci in divagazioni vocali per farlo notare al nostro interlocutore. Se invece abbiamo davvero tanto da dire, meglio telefonare.

E che non sia neanche troppo breve. Per un “ok”, un “ci sarò”, un “sono d’accordo”, ci sono le emoticon. Il nostro interlocutore potrebbe seccarsi di sprecare tempo ed energie ad ascoltare la nostra voce cimentarsi in un semplice “certo!”.

Usiamo un tono di voce adeguato. Ecco un’altra variabile molto importante da controllare. Se siamo arrabbiati, non gridiamo: potremmo mettere in difficoltà il destinatario o comunque infastidirlo. Concentriamoci su quale stato d’animo vogliamo trasmettere con la nostra voce: quindi che sia pacata se vogliamo sembrare tranquilli, ma facciamo sempre in modo che si senta, per cui niente sussurri.

Le pause sono deleterie: se mentre registriamo il nostro vocale veniamo distratti da qualcosa, o perdiamo il filo del discorso (che dovremmo sempre prepararci prima, almeno a grandi linee), meglio cancellarlo all’istante prima che venga sentito: un messaggio pieno di intercalare, di silenzi e di “oh, scusa, stavo dicendo che…” è davvero fastidioso e alla fine non dice nulla.

Se irriti chi lo riceve, il tuo messaggio perderà di efficacia. Come capirlo? Se dopo un paio di vocali che hai inviato, l’altro o l’altra continua a risponderti con un testo scritto, non aspettare che ti dica “no vocali, grazie”, puoi arrivarci da solo. E nelle chat, evitiamo i messaggi vocali, potremmo attivare una catena e scatenare l’Inferno…

Ricordiamo infine che il messaggio vocale una volta ascoltato, non può essere cancellato e il destinatario può farne ciò che vuole: pubblicarlo o inoltrarlo, ad esempio. Altro che verba volant… in questo caso, verba manent, per cui spingiamo invia solo quando siamo sicuri che non ci pentiremo di ciò che stiamo dicendo e registrando.

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