Avete mai partecipato al più famoso gioco di indizi, la caccia al tesoro? Facciamolo insieme. Pronti?
Primo indizio, preparatevi a fare un salto nel tempo...nell’antica Grecia.
“Il poeta, il cantore, colui che canta e suona, è soltanto un mediatore, le Muse attraversano il poeta e il profeta, in modo che possa cantare gli Dei e la loro gloria, l’origine di tutte le cose, e il destino mortale degli uomini”. Omero inizia il racconto delle gesta degli Eroi con un canto alla Musa. Platone considerava la Musica la base dell’educazione per i governatori della sua Città Ideale. Aristotele ascoltava la Musica come medicina per l’animo. Nell’antica Grecia, un Dio suonava la Lira. E nove dee erano le protettrici delle arti. Una, fra queste, ha preso il loro nome: la Musica. Muse evocate da cantori, poeti, scrittori, tragediografi, commedianti, attori, musicisti, cosa ci suggeriscono?
Primo indizio risolto: per raccontare una storia abbiamo bisogno della voce, per cantare una canzone, oltre che essere intonati, abbiamo bisogno della voce, per parlare abbiamo bisogno della voce, anche per mandare un messaggio vocale abbiamo bisogno della voce. Ma per restare nell’antica Grecia, perché la nostra caccia al tesoro non è ancora finita, musica, canto e voce, erano assolutamente necessari non solo, per diletto, ma anche per invocare incantesimi guaritori, per inneggiare gli Dei, per educare alla filosofia, per attivare l’armonia nell’universo, per la politica, per i riti sacri, insomma per tutte le arti.
Giusto per saperlo : ma chi erano le Muse? Son dette figlie di Zeus, nate da Mnemosyne, la Dea della memoria; nove sorelle custodi delle arti che permettevano ai grandi avvenimenti di non venir dimenticati nel corso del tempo grazie al loro canto. E proprio nel canto, le Muse erano superiori a qualsiasi essere umano poiché conoscevano alla perfezione non solo il passato e il presente, ma anche il futuro. Insomma il canto per i Greci era una qualcosa di molto spirituale.
Secondo indizio: ma se per un colpo d’aria ad un attore o ad un cantante si abbassava la voce? Tragedia! Per tutti gli Dei! Cosa fare in questi casi?
Per Cantare, parlare, raccontare c’era bisogno della voce, un po' come oggi d’altronde, di una voce potente, in grado di trasmettere gioia, dolore, emozioni. Ed ecco che entrano in azione medici e scienziati con i loro rimedi guaritori. Nell’antichità non si conoscevano i medicinali così come li utilizziamo noi oggi. I rimedi arrivavano dalla natura, dalle piante e dalle erbe che, trattate e studiate, aiutavano a risolvere parecchi problemi di salute. Ed è proprio grazie allo studio, ai tentativi, agli sbagli, alla ricerca potremmo dire, di questi medici e scienziati, che oggi anche noi possiamo trarre beneficio.
Come siete messi? Sino ad ora abbiamo parlato di canto e di voce e della loro importanza . Bene. Qual era il rimedio naturale antico se si veniva colpiti da improvvisa afonia ? Avete capito cosa stiamo cercando? No?
Allora terzo indizio. C’era un’erba che grazie alle sue proprietà lenitive ed emollienti per la gola e per il tono della voce veniva data ai cantanti e anche a chi raccontava e tramandava storie, avvenimenti e leggende. Ne elogia le qualità benefiche il medico greco Dioscoride nel I secolo d.C., consigliandola come rimedio, inserendo quest'erba nel suo "De Materia Medica", il primo codice farmaceutico del mondo antico, ma ne parla anche Teofrasto, filosofo e botanico greco.
Ora come siete messi? Ancora niente? Un altro aiutino?
Quarto indizio: Sisymbrium officinale. Dal greco Sisymbrion, nome del crescione e di altre erbe usate nell'antichità e menzionate da Teofrasto, Aristotele e Aristofane. Secondo Varrone invece pare che il nome fosse stato preso dall’effige di una donna, Sisymbria, che ornava gli antichi teatri e sembra fosse anche un'antica attrice e cantante greca.
Ora dovreste aver trovato il tesoro… Non ancora?
D’accordo quinto e ultimo indizio. Appartiene alla famiglia dei cavoli, dei broccoli, della rucola, della senape, insomma a tutte quelle piante racchiuse nelle brassicacee. Tutte piante che hanno in comune il sapore: leggermente amaro e pungente. E la nostra pianta del mistero se fresca ha un sapore tra la senape, le cime di rapa e la rucola selvatica, se essiccata più erboso e amaro.
Ora ci siamo? Abbiamo scoperto da dove viene il nome antico Sisymbrium officinale, il sapore e la famiglia di appartenenza, e perché si usava. Ma come? Ancora nulla? Avete ragione in effetti all’inizio ho detto pianta oggi utilizzata da molti ma conosciuta da pochi. È l’erba dei cantanti ! Detta anche erba cornacchia e già il nome dice tutto. Però dobbiamo essere precisi. Più comunemente nota come Erysimun officinale: Erysimum infatti deriva dalle parole greche “erüo” che significa “proteggere” e “oimos” invece “canto.”
Quindi proteggere il canto. Che ne dite? Non è la pianta adatta per la voce? Oggi la chiamiamo Erisimo e la usiamo! Nel XVI secolo l’Erisimo diventa per antonomasia l’erba dei cantanti e pare che anche nella Francia di Luigi XIV cantori e company la conoscessero. La pianta dell’erisimo non è particolarmente bella. Sarà forse per questo motivo che è timida e tende a nascondersi? A nascondersi proprio cosi tra i ruderi, nei sentieri di campagna e non di rado nelle discariche. Non è infatti così facile da riconoscere e trovare, nonostante sia comune. Però, dobbiamo dirlo, quando fiorisce diventa carina, con quei suoi piccoli fiori gialli a grappolo! Bruttina ma preziosa, rara, purtroppo a volte dimenticata, mai nominata nei libri di cucina, anche se qualche chef la usa.
Che ne dite di preparare una ricetta insieme?
A proposito …
“Voxyl Voce Gola” a base di erisimo, aiuta a mantenere il tono della voce. Freddo, vento, pioggia, neve possono provocare abbassamenti di voce, ma anche l'aria secca dei posti di lavoro o dei locali pubblici possono portare a quella fastidiosa sensazione di "gola secca". L'Erisimo contenuto nelle pastiglie "Voxyl Voce Gola", grazie alle sue proprietà lenitive ed emollienti , è un alleato ed un aiuto naturale per la nostra voce. Non solo per chi utilizza le corde vocali per mestiere, ma anche per tutti coloro che vogliono ritrovare l'energia della propria voce! Per saperne di più, clicca qui e per rimanere sempre aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter!
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Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta alimentare varia ed equilibrata e uno stile di vita sano. Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni d’uso.
La ricetta: plumcake erisimo, miele di bosco e limone
Un dolce semplice ma dal gusto particolare che oltre a soddisfare quella voglia di non so che… aiuta e tonifica la nostra voce. A colazione, a merenda, come spuntino fuori pasto, una fetta di plumcake è quello che ci vuole, non siete d’accordo? Giusto per saperlo: in origine questa torta si chiamava pflaumenkuchen, torta alle prugne. Di forma rettangolare, composta da pasta frolla con pezzetti di prugna. Nacque in Germania e si diffuse in seguito nei paesi anglosassoni. C'è chi dice che il plumcake fosse un piatto a base di carne cotta nel vino condita con prugne e spezie è trasformato in dolce in epoca vittoriana.
Torniamo alla nostra ricetta, vi piace se lo chiamiamo plumcake del cantante? A base di miele, limone e naturalmente di erisimo, niente male vero! Pronti?
Ingredienti
225 grammi di farina 00
75 grammi di farina di segale
3 uova
Mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
70 grammi di zucchero di canna
100 grammi di miele di bosco
Una bustina di lievito
Un pizzico di sale
70 ml di olio di semi di girasole
200 ml di acqua
Succo di un limone
Un cucchiaio di erisimo essiccato
Zucchero a velo per decorare
Prima cosa da fare scaldare leggermente l’acqua, togliere dal fuoco e aggiungere il cucchiaio di erisimo essiccato. Lasciare in infusione per 15/20 minuti.
Nel frattempo, con le fruste elettriche, montare le uova con lo zucchero, l’estratto di vaniglia e il miele sino ad ottenere un composto spumoso.
Trascorso il tempo di infusione versare il succo di un limone nell’infuso di acqua e erisimo. Con un colino a maglia fitta filtrare l’acqua in un contenitore.
Aggiungere lentamente al composto di uova, l’olio e l’acqua a filo alternando alle farine e al lievito setacciati.
Per ultimo il pizzico di sale.
Accendere il forno a 170°.
Ungere con un po' di olio uno stampo da plumcake, versare l’impasto e con un coltello a punta tonda “disegnare” una riga sulla superficie.
Inforniamo per 40-45 minuti. Vale sempre la prova stecchino prima di sfornare.
Lasciare raffreddare prima di togliere il plumcake dallo stampo.
Spolverare con abbondante zucchero a velo e con una buona tazza di tisana all’erisimo e miele, gustiamoci il plumcake del cantante (o del podcaster).
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